Biografia di Phil Ivey

Braccialetto #1

Siamo a giugno del 2000.

Il ventitreenne Phil Ivey va leggermente in testa al tavolo finale dell'Evento #14 delle World Series of Poker, un torneo Pot Limit Omaha da $2.500.

Il tavolo è pieno zeppo di grossi nomi: Markus Golser, Dave Colclough, David "Devilfish" Ulliot, Phil "The Poker Brat" Hellmuth. E la leggenda del poker Thomas "Amarillo Slim" Preston. Quel giocatore non ha mai perso al tavolo finale di un evento WSOP. Se Doyle Brunson non c'è riuscito, che possibilità può avere un ragazzino sbarbatello del Jersey?

Pot Limit Omaha è un gioco d'azione, e a questo punto l'azione è a rotta di collo. Ivey è paziente, sceglie i momenti giusti e non spreca nessuna chip. Amarillo Slim elimina un ammutolito Ulliot al 5° posto, aggiungendo altre munizioni al suo stack. Phil risponde mandando ai resti un Hellmuth ormai short stack, seguito subito dopo da Golser.

Siamo all'heads-up finale - Ivey e Preston mano contro mano. Amarillo Slim è il chip leader con un ampio margine e la sua corsa all'ennesimo braccialetto sembra inarrestabile.

Ma oggi Ivey ha un asso nella manica. Dopo aver tenuto i freni per la maggior parte del tavolo finale, Phil cambia marcia una volta partito l'heads-up e parte in quinta con il piede sull'acceleratore. Preston non ha la minima idea di cosa gli sia capitato - Ivey passa dal gioco tight al gioco loose prima ancor di poter dire "all in".

Phil vince due grossi piatti, rovesciando le sorti del tavolo per Amarillo Slim. Improvvisamente, Ivey è quello con il maggior numero di chip.

Il traguardo è ormai vicino, Amarillo Slim mette il resto delle sue chip nel piatto dopo aver floppato una scala. Ivey ha bisogno di un Re al turn o al river per mettere a segno il colpo e aggiudicarsi il suo primo oro.

Esce un Re al turn.

Il braccialetto #1 è in tasca. Il suo bankroll aumenta di quasi $200.000. Phil Ivey entra nella storia per aver strappato la corona a un re del poker.

L'estate di Phil